Le successioni. 1° parte - Cosa fare quando muore un familiare? Chi è l'erede?In questo, e nei prossimi articoli, analizzeremo in sintesi gli aspetti principali di una successione quale conseguenza della morte di una persona e, in particolare, quali sono gli incombenti per gli eredi.
Quando una persona muore, alcuni sono chiamati a succedergli come eredi. Questi, definiti "chiamati all'eredità", hanno la facoltà di accettare o non accettare l’eredità. La scelta può dipendere da vari fattori. Primo tra tutti il fatto che l'eredità sia positiva o negativa. Bisogna tenere ben a mente, infatti, che l’erede, oltre ai beni (denaro, immobili, autovetture etc.) ed ai crediti del defunto, si prende anche tutti i debiti. Se i debiti sono superiori al valore dei beni e dei crediti, allora abbiamo una eredità negativa.
Chi può essere chiamato ad essere erede?
Se il defunto non ha fatto testamento è la legge ad indicare chi sono i chiamati all'eredità.
Alcuni esempi:
- coppia sposata (o unita civilmente) con figli: se muore uno dei due coniugi gli eredi sono l’altro coniuge ed i figli;
- coppia sposata (o unita civilmente) senza figli: se muore uno dei due coniugi eredi sono il coniuge superstite e i parenti del defunto (genitori e/o fratelli);
- coppia di fatto (non uniti civilmente) senza figli: se muore uno dei due, il compagno o la compagna superstite non hanno alcun diritto successorio (in questo caso servirà un testamento);
- persona non sposata senza figli: eredi sono i fratelli e le sorelle, ed in mancanza di questi i genitori.
Quando invece c’è un testamento (valido) gli eredi sono quelli in esso indicati.
Come detto, il chiamato all'eredità può accettare o rifiutare l’eredità.
L’accettazione può essere espressa o tacita. È espressa quando viene dichiarata davanti ad un notaio o ad un cancelliere del tribunale. È tacita quando il chiamato all’eredità si comporta come se fosse un erede tenendo particolari comportamenti; ad esempio: se vende un bene del defunto (caso tipico l’automobile); se incassa i soldi rimasti nel conto corrente del defunto; se occupa o continua ad occupare un immobile di proprietà del defunto. Quest’ultimo caso va tenuto bene a mente per il coniuge superstite in caso di abitazione in comproprietà. Infatti, per il solo fatto di aver continuato ad abitare (per oltre 3 mesi dalla morte) nella casa di comproprietà, il coniuge superstite viene considerato a tutti gli effetti erede. Bisogna stare molto attenti a questa eventualità, soprattutto quando ci sia anche un minimo sospetto di eredità negativa.
Nel prossimo articolo analizzeremo la successione con testamento…